Ripristino della funzionalità ottimale del suolo in aree degradate di vigneti biologici

Summary

Il progetto ReSolve ha voluto testare tre diverse pratiche agronomiche biologiche per il recupero di aree di vigneto con suoli degradati, per cause legate allo scasso, ai livellamenti e all’erosione. L’obiettivo primario per il recupero di queste aree è quello di aumentare la dotazione di sostanza organica nel suolo, così da migliorarne la struttura, l’areazione, la fertilità chimica e l’attività biologica.
Le pratiche testate sono state: la forte aggiunta di compost, in quantità di circa 40 tonnellate ad ettaro; un sovescio con leguminose e graminacee (in Italia orzo e favino); una copertura con leguminose riseminanti per il taglio pre-estivo e la pacciamatura secca dell’interfilare.
Dopo due anni di prove, è stato osservato un grande incremento di attività biologica e biodiversità del suolo in tutti i trattamenti, così come un incremento del carbonio organico e dell’azoto nel suolo superficiale. Un risultato molto interessante di tutti e tre le pratiche è stato quello di vedere un aumento dei nematodi predatori e la scomparsa del nematode Xiphinema index (vettore del virus dell’arricciamento fogliare della vite), mentre era sempre presente nella parte di vigneto solamente lavorata. L’apporto di sostanza organica nel suolo contribuisce infatti all’aumento della biodiversità del suolo e molto spesso al contenimento di specie parassite o dannose.
I maggiori miglioramenti sul benessere della vite e sulla produzione di uva si sono avuti con l’uso del compost, sebbene 2 anni non siano ancora sufficienti ad ottenere produzioni e qualità paragonabili al resto del vigneto non degradato.